Gli uomini che incontrarono Dio
di
Francesca "Asia" Rossi



Tre uomini, tre diverse verità, tre esistenze speciali alla costante ricerca di Dio: Buddha, Gesù e Maometto. I loro insegnamenti sono seguiti ancora oggi dalla maggior parte della popolazione della Terra. Chi erano in realtà questi uomini? Erano davvero cosi distanti l’uno dall’altro?







BUDDHA

Quattro secoli prima di Cristo nella società dominata dal Bramanesimo il fenomeno dei “rinuncianti” (persone che decidevano di liberarsi da ogni legame sociale e familiare per dedicarsi all’ascetismo) si stava diffondendo sempre di più. Anche il principe Siddharta vi aderì.
La tradizione narra che Siddharta rimase sconvolto quando, uscendo da palazzo per la prima volta a 29 anni, scoprì la vecchiaia, la malattia e la morte. In quel momento cominciò il suo lungo cammino spirituale, che lo portò ad abbandonare ricchezze, palazzo, moglie e figlio per trovare la verità. Visse sei anni in povertà tra gli asceti, ma il costante digiuno lo ridusse in fin di vita. In questo modo egli capì che la vera via da seguire era quella della contemplazione, non certo della privazione.
Nella lotta decisiva affrontò il demone Mara, trovando cosi le quattro verità; la sofferenza è universale, ha un’origine, può essere sconfitta, ma solo liberandosi dal sé (l’attaccamento alle cose). A questo scopo il Buddha (Risvegliato) capì che bisognava sviluppare sei perfezioni: generosità, etica, pazienza, sforzo entusiasta, concentrazione e saggezza. Inoltre egli diede una grande importanza all’altruismo.
La tradizione dice che alla sua morte l’anima del Buddha cessò di trasmigrare e raggiunse il Nirvana.
Il racconto della sua vita venne messo per iscritto solo quattro secoli dopo la sua morte, dunque isolare la verità storica è impresa molto difficile.

GESU'

Duemila anni fa la Palestina era sottomessa al controllo romano, teatro di rivolte e numerosi erano i predicatori. In questo clima si inserisce la figura di Gesù di Nazareth detto il Cristo. Di lui parla il Nuovo Testamento, ma a livello storiografico le notizie sulla sua esistenza sono ben poche.
Tacito e Svetonio accennano appena a Gesù,definendolo il “capo,suppliziato sotto Tiberio, di un gruppo chiamato crestiani.
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio ci parla di lui in maniera più approfondita, facendo riferimento anche alle opere di Gesù e alla Resurrezione.
Lo studio incrociato dei Vangeli, scritti circa settanta anni dopo la sua morte, ha permesso di stabilire delle basi di verità storica: Gesù nacque tra il 7 e il 4 a.C., si sa poco della sua infanzia, parlava l’aramaico e l’ebraico, forse a 12 anni fu in grado di confrontarsi con i dottori in religione del Tempio, a 30 anni fu battezzatola Giovanni il Battista.
All’inizio il movimento di Gesù non dovette avere molto seguito, in quanto lo stesso Erode Antipa (che aveva fatto uccidere il Battista) non se ne preoccupò più di tanto.
Sembra che avesse un fratello, Giacomo.
Secondo molti storici i miracoli non erano una sua esclusiva, ma riguardavano anche altri capi religiosi. Viene considerato realmente accaduto l’episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio di Gerusalemme.
Le responsabilità dell’esecuzione di Gesù furono di Pilato. Accertata storicamente è anche la notizia della Resurrezione, diffusa dalla testimonianza di alcuni fedeli, tra cui delle donne. Infatti per legge queste ultime non avevano diritto di testimonianza e sembra illogico che si sia ricorso a loro per una messa in scena.

MAOMETTO

Cinque secoli dopo la nascita di Cristo a La Mecca, in Arabia, si veneravano 300 divinità e si credeva nell’esistenza di esseri invisibili i djinns. In questo luogo nacque Muhammad nel 570 circa. Apparteneva alla tribù dei Quraysh, la più potente e ricca grazie ai commerci e al pellegrinaggio alle divinità della Ka’ba.
Attorno al 610 Muhammad ebbe le sue prime rivelazioni e la sua prima moglie, Khadija, lo esortò a non sottrarsi alla sua missione, sostenuta anche da Abu Bakr suocero del profeta e da Ali, cugino e genero. Muhammad venne perseguitato a causa del nuovo pensiero religioso che professava: la fede in un Dio unico, Allah. Se questa verità fosse stata accettata dalla popolazione araba, nessuno avrebbe più compiuto i pellegrinaggi a La Mecca, il commercio avrebbe subìto grossi danni e i primi a rimetterci sarebbero stati i Quraysh.
Fu costretto a rifugiarsi a Medina (allora Yatrib) con la famiglia e i suoi primi seguaci (mujhajirun) nel 622 (questa data indica l’Egira ed è l’inizio del calendario islamico). Egli tornò a La Mecca nel 628 per compiervi il pellegrinaggio, rimandato poi al 629 a causa di un accordo stipulato con i Quraysh.
Nel 630 conquistò definitivamente la città e distrusse gli idoli presenti all’interno del santuario della Ka’ba. Da questo momento cominciò l’ascesa dell’Islàm e alla morte di Muhammad (632) tutta l’Arabia era sotto il dominio musulmano.
La figura del profeta Muhammad è molto conosciuta grazie al Corano, diffuso nella sua versione ufficiale sotto il califfo Uthman nel 650 e alla Sunna,insieme di detti e atti ("Hadith") di Muhammad stesso. Allah per bocca del Profeta dà ai fedeli i 5 pilastri dell’Islàm (Arkan al Islàm):la professione di fede (shahada),la preghiera da farsi 5 volte al giorno (salat),l’elemosina (zakat),il pellegrinaggio almeno una volta nella vita a La Mecca (hajj) e il digiuno nel mese di Ramadan (rabadan).
Inoltre la fede islamica esorta alla moderazione e alla tolleranza verso il prossimo, soprattutto verso la "Gente del Libro", cioè i fedeli delle religioni monoteiste che fondano il loro credo su un libro sacro (Cristiani ed Ebrei).






Queste sono tre figure-guida importantissime nella storia e nella religione. Ancora oggi, uomini di ogni parte del mondo li seguono, tentano di imitarli, li pongono al centro delle loro esistenze. Molte volte persone che hanno un credo diverso convivono, ma convivenza non vuol dire necessariamente tolleranza.
Un caso può essere proprio quello dell’India, dove Musulmani, Buddisti, Cristiani e Induisti vivono gli uni accanto agli altri, anche se questi ultimi rappresentano la maggioranza della popolazione e non perdono occasione per stuzzicarsi o dare vita a vere e proprie faide.
Da dove nasce tutto questo odio? Possiamo veramente definirlo tale? Le vite dei Profeti non sono forse un esempio di ricerca dell’amore e della pace? A questa domanda non c’è una sola risposta, ma una cosa è certa: spesso l’intolleranza nasce da ingiustificati pregiudizi duri a morire.


Dei Cristiani si dice che...
"Sono persone influenzate dallo stile di vita occidentale, arroganti, poco impegnate nella ricerca di Dio e di bassa levatura morale. Predicano la parità e la fratellanza, ma questi atteggiamenti sarebbero falsi. Fanno proselitismo e non riconoscono il valore delle altre religioni." In effetti non si può negare che in passato la Chiesa cattolica abbia seguito la via dell’aggressività, ma ora le cose sono cambiate e gli stimoli provenienti dalle altre fedi sono considerati un arricchimento.
"I riti sono svolti superficialmente, senza provare l’esperienza dell’unione mistica con Dio e i fedeli si adatterebbero solo per convenienza sociale." In questo caso bisogna capire che il concetto di "comunione con Dio" dei Cristiani è molto diverso da quello di Induisti o Buddisti. Infatti il Cristianesimo ammette una dualità uomo-Dio, mentre in altre religioni l’uomo è una manifestazione di Dio ed è tutt’uno con Lui.



Dei Musulmani si dice che...
"Sono poligami, violenti, chiusi ai cambiamenti della società moderna, incapaci di riconoscere alla donna pari diritti e dignità rispetto all’uomo." In realtà, la poligamia non è prescritta dal Corano, ma solo accettata. Infatti il Corano dice che un uomo non può avere più di 4 mogli e deve rispettarle alla stessa maniera, sia dal punto di vista economico che affettivo e vieta l’adulterio. In passato la poligamia era molto diffusa in Africa e Asia. Il Corano l’ha riconosciuta e regolamentata.
Un altro tema scottante è quello dell’infibulazione. L’area in cui si pratica coincide con quella in cui è diffuso l’Islàm, ma la religione non ne è la diretta responsabile, in quanto si tratta di un rituale risalente alla società preislamica.
Oggi si parla moltissimo del jihad, definito come "guerra santa contro gli occidentali".Il termine significa in realtà "sforzo interiore" e il Musulmano dice sempre "sforzo sulla via di Dio". E’ impegno fisico, intellettuale, militare (per difendere la propria religione). Anticamente solo il califfo poteva decidere come e quando intraprendere il jihad. Inoltre un musulmano non userebbe mai tale vocabolo in un contesto inequivocabilmente di guerra. La traduzione di quest’ultima parola in arabo è harb.
La copertura del volto con il chador è diffusa un po’ ovunque, anche se con varie fogge. Il Corano prescrive alle donne solo di "far scendere dalla testa un tessuto che copra le forme", ma l’affermazione è generica e ogni interpretazione è possibile. Comunque anche gli uomini devono "coprire le loro forme", anche se non devono portare il velo. Per l’Islàm coprirsi è molto importante. Infatti quando si voleva umiliare un nemico catturato,lo si esponeva nudo e questo turbava molto la popolazione.
L’Islàm suggerisce alle donne di studiare per il loro futuro e per quello della loro famiglia. Anche Khadija e Hajap, mogli del Profeta, erano rispettivamente una imprenditrice e un magistrato.



Dei Buddisti si dice che...
"Sono vegetariani, pacifisti, la loro non è una vera religione e utilizzano sostanze allucinogene." In realtà i buddisti ritengono che ogni organismo faccia parte dell’universo a pari grado e un buddista, volendo, può mangiare di tutto. Il Buddismo non è una religione rivelata, cioè non si basa su un testo sacro. Inoltre la via proposta alla soluzione di grandi temi come l’uomo o il dolore è più filosofica che religiosa. Ci sono però delle istituzioni che assicurano il rispetto e la continuità degli insegnamenti del Buddha e ci sono 10 precetti tra i quali quello di non usare sostanze che annebbiano la capacità di percezione della realtà.



Degli Induisti si dice che...
Hanno troppi dei che circondano Brama Vishnu e Shiva, paragonabili alla nostra Trinità. In realtà il principio divino è uno solo, ma Dio può manifestarsi in mille modi (uomo,mucca etc..). Gli Induisti sono razzisti e hanno un rigido sistema di caste. A dire il vero i testi sacri suddividono l’umanità in attitudini mentali e lo stesso sistema delle caste è fuori legge, anche se ancora rispettato in alcune zone.


Questi i principali pregiudizi che troppo spesso offuscano la nostra capacità critica. L’unico modo per tentare di capire chi è diverso da noi è liberarci da queste mille voci contraddittorie, studiare e conoscere, ma soprattutto metterci in gioco serenamente e avvicinarci con umiltà a tutte le religioni e a tutte le opinioni differenti dalla nostra, in quanto la diversità può diventare fonte di grandissima conoscenza.

E.Salgari
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Testi e informazioni per questo articolo a cura
della "Tigrotta" Francesca Rossi

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