Vediamo brevemente i tre suoi romanzi apparsi in Italia.
Ultimo uscito è il suo romanzo più famoso, "Delhi" (edizioni Neri Pozza nella serie Le Tavole d'oro), un omaggio alla sua città d'adozione. Si tratta di un romanzo epico in cui Singh mescola in modo magistrale presente e passato, bellezze e miserie della capitale dell'India, ripercorrendone la storia millenaria e intercalandola a scorci in cui mostra le ombre del presente.
Singh descrive la apparente liberazione sessuale di un indiano educato in Occidente, con una straordinaria galleria di donne libere e intraprendenti. Ma è anche la storia di un uomo che abbraccia stili di vita non suoi a cui, allo stesso tempo, i propri mancano.
Il terzo titolo "Quel treno per il Pakistan" (edito da Marsilio) è ambientato nel momento storico, doloroso e tragico, della Spartizione, in un villaggio prossimo al nuovo confine.
Il villaggio è popolato da una serie di indimenticabili personaggi, ciascuno espressione e descrizione di uno degli innumerevoli, e spesso contraddittori aspetti della società indiana. Quel che ne esce è un microcosmo che ricorda molto quello della Malgudi di Narayan.
Molti sono i romanzi ambientati nel momento della Spartizione. Ma questo di Singh, assieme a "La spartizione del cuore" di Bapsi Sidhwa, si distingue nettamente per lo spessore dei personaggi e l'efficacia delle descrizioni.
Il primo romanzo è "La spartizione del cuore" (ora anche in edizione economica TEA) ambientato nel periodo della partenza degli Inglesi dall'India e del tramonto del loro impero coloniale. Il libro descrive la divisione dell'India Britannica nei due stati indipendenti di India e Pakistan con il sanguinoso corollario di violenze religiose.

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