Le pellicole tratte
dai romanzi di
AMBIENTAZIONI ESOTICHE



Capitan Tempesta
Italia, 1942


Regia: Corrado D'Errico
(il film fu però terminato da Umberto Scarpelli)
Durata: 85 minuti
Interpreti principali: Carla Candiani (Eleonora/Capitan Tempesta), Carlo Ninchi (Il Leone di Damasco), Erminio Spalla (El Kadur), Doris Duranti (Haradja), Carlo Duse (Methioub), Juan Calvo (I) (Hussif), Adriano Rimoldi (Marcello Corner), Dina Sassoli (Suleika), Rafael Rivelles (Laczinsky), Annibale Betrone (Governatore Bragadin), Nicholas D. Perchicot (Alì Pascià).

Trama: Nel 1570, nella città di Famagosta (Cipro) assediata dai Turchi, i difensori veneziani, al comando di Marcantonio Bragadin, benché all’estremo di munizioni e viveri, resistono eroicamente. Marcello Corner, uno dei più fidati soldati veneziani, viene inviato a Venezia a chiedere aiuto, viveri, cannoni e truppe per sconfiggere gli infedeli, mentre nella Famagosta assediata l’unica speranza è costituita da un misterioso cavaliere che si fa chiamare Capitan Tempesta: solo lui, con pochi fedelissimi arditi, ha il coraggio di lasciare la protezione delle mura della città e di fare scorrerie ai danni dei turchi per provvedere scorte di viveri. Di porre fine alle sue imprese si incarica Muley-el-Kadel, un principe musulmano soprannominato, per il suo valore e rettitudine, il Leone di Damasco.
Capitan Tempesta ed il Leone di Damasco si sfidano così a singolar tenzone sotto le mura di Famagosta e la vittoria è del cavaliere misterioso che, allo sconfitto contendente, si rivela: è una donna! Per l’esattezza, si tratta proprio di Eleonora, la figlia di Bragadin. Nel frattempo, Marcello Corner è tornato a Famagosta per dare notizia dell’arrivo della flotta di soccorso, ma prima di riuscire a varcare le porte della città viene tradito dal capitano Laczinsky, un mercenario che fa il doppio gioco passando segreti ed informazioni ai Turchi. Marcello viene catturato e inviato presso Haradja, la nipote del Pascià, nel castello di Hussif; Eleonora, fidanzata di Marcello, richiede a questo punto l'aiuto del Leone di Damasco, e, attraverso numerose traversie, Marcello sarà infine liberato e potrà tornare a combattere contro i turchi.





Il Leone di Damasco
Italia, 1942


Regia: Corrado D'Errico
(il film fu poi terminato da Enrico Guazzoni)
Durata: 85 minuti
Interpreti principali: Carla Candiani (Eleonora/Capitan Tempesta), Carlo Ninchi (Il Leone di Damasco), Erminio Spalla (El Kadur), Doris Duranti (Haradja), Carlo Duse (Methioub), Juan Calvo (I) (Hussif), Adriano Rimoldi (Marcello Corner), Dina Sassoli (Suleika), Rafael Rivelles (Laczinsky), Annibale Betrone (Governatore Bragadin), Nicholas D. Perchicot (Alì Pascià).

Trama: Famagosta è ancora sotto assedio da parte dei Turchi, ma una poderosa flotta, agli ordini di Marcello Corner, ora marito di Eleonora (alias Capitan Tempesta), è stata finalmente armata dai veneziani e dai loro alleati per recare aiuto agli assediati.
La speranza di salvezza si infrange contro un vile atto di tradimento: il figlioletto del comandante veneziano viene rapito e la sua vita è posta come riscatto per la resa della città. E’ qui che entra nuovamente in gioco il prode Leone di Damasco: disgustato dalla viltà di questo gesto, decide di schierarsi dalla parte dei cristiani (peraltro convertendosi alla loro religione) e si adopera per liberare il bambino. Il suo aiuto è decisivo anche nella battaglia finale a Famagosta, nella quale i Turchi sono definitivamente sconfitti. Il bimbo rapito può così essere restituito ai genitori, il Leone, tuttavia, ferito a morte, non potrà godersi con loro la vittoria che avrà contribuito a realizzare.





Il Tesoro del Bengala
Italia/Francia, 1953


Regia: Gianni Vernuccio
Durata: 90 minuti
Interpreti principali: Sabù (Ainur), Luisella Boni (Karima), Carla Calò (Surama), Georges Poujouly (il piccolo Tomby), Ananda Koumar (Uzaka), Luigi Tosi (Don Fernando), Manuel Serrano (Burka), Pamela Palma (la danzatrice), il ghepardo Lug, la tigre Sacha.

Trama: A Sardapur, piccolo villaggio di pescatori e contadini nel Bengala (India), l’unica ricchezza di questa gente è costituita da un meraviglioso rubino custudito in un tempio sotterraneo, e chiamato, per il suo splendore, la luce di fuoco di Parvati. Purtroppo, un gruppo di uomini bianchi attacca le fanciulle del villaggio mentre sono al fiume e le fa prigioniere: Ainur il pescatore, un giovane ardimentoso, interviene per salvare la sua fidanzata Karima e poi corre al villaggio in cerca di aiuto.
Nel frattempo però i portoghesi sono venuti a sapere, da una delle prigioniere, dell’esistenza del rubino di Parvati, e, soggiogati dalla cupidigia, decidono di impadronirsene. Stringono così un accordo con Uzaka, uomo infido e violento che è a capo del villaggio di Ainur; Uzaka, malgrado sia già sposato, ha tra l’altro da tempo messo gli occhi sulla bellissima Karima, che vorrebbe far sua, così accetta il patto con i portoghesi e fa prigioniero Ainur. Aiutato da fidati amici, il giovane pescatore riesce a fuggire e, grazie al suo valore riesce, da solo, a salvare le donne prigioniere ed a smascherare i loschi traffici di Uzaka, che nel frattempo ha fatto trafugare il rubino.





Cartagine in Fiamme
Italia/Francia, 1959


Regia: Carmine Gallone
Durata: 117 minuti
Interpreti principali: Josè Suarez (Hiram), Pierre Brasseur (Sidone), Anne Heywood (Fulvia), Ilaria Occhini (Ophir), Paolo Stoppa (Astarito), Mario Girotti [Terence Hill] (Tsour), Cesare Fantoni (Assian), Erno Crisa (Asdrubale), Daniel Gelin (Phegor), Edith Peters (Sarepta), Aldo Silvani (Hermon).

Trama: Siamo alla fine della terza guerra Punica e la città di Cartagine ha ai suoi confini le legioni romane di Scipione. Il giovane cartaginese Hiram, valente condottiero scacciato dalla sua città a seguito della rivalità con alcuni dei notabili, torna clandestinamente dall'esilio per condurre le legioni di Cartagine in una disperata difesa. La sua prima azione, è però quella di salvare Fulvia, una fanciulla romana, bella quanto coraggiosa, che sta per essere sacrificata al Dio Moloch.
Fulvia è segretamente innamorata di Hiram, ma quest’ultimo ama già, da lungo tempo, la bella cartaginese Ophir. Sbarcati nelle vicinanze della villa di Ophir, mentre il padre di lei la sta facendo forzatamente sposare al cartaginese Tsour, riescono a portarla via, ma Fulvia decide di sacrificarsi per aiutare Hiram e si concede al crudele Phegor.
Scoperta l’assenza della romana, Hiram torna indietro per salvare anche lei ma viene assalito da forze superiori e fatto prigioniero a sua volta. Sarà proprio Fulvia ad organizzare la liberazione di Hiram. Nel frattempo, in città, la situazione precipita sempre più: Hiram decide quindi di riprendere le armi ed il comando dell’esercito, ma la situazione è ormai disperata.





La Montagna di Luce
Italia/Francia, 1965


Regia: Umberto lenzi
Durata: 103 minuti
Interpreti principali: Richard Harrison (Allan), Luciana Gilli (Lilamani), Wilbert Bradley (Sitama), Daniele Vargas (Rajah Sirdar), Nick Anderson [Nazzareno Zamperla], Dakar [Alejandro Barrera], Giovanni Cianfriglia.

Trama: Allan è un simpatico avventuriero inglese con il vizio del gioco, ed è proprio un elevato debito contratto con il rajah del Punjab per una serie di sfortunate partite che si ritrova nei guai. Il rajah, per ritenere saldato il debito, gli affida una missione piuttosto delicata ed impegnativa: rubare il famoso diamante soprannominato, per le sue caratteristiche e di conseguenza il suo immenso valore, la Montagna di Luce, gioiello orna la fronte della statua del dio Darma-Raja custodita nella pagoda di Kitna.
La sfida rappresentata dal furto e la necessità di saldare il proprio debito per salvare la pelle, spingono Allan a mettersi al lavoro per rubare la Montagna di Luce, intralciato in quest’opera dal fachiro Sitama, vera figura di imbroglione, che desidera anch’egli impossessarsi del prezioso diamante, ma aiutato dalla bellissima bajadera Lilamani, innamoratasi di Allan. Tra inseguimenti, sotterfugi ed altri pericoli d’ogni genere, Allan riuscirà infine nel colpo, ma deciderà di tenersi la pietra, in barba al rajah del Punjab, di Sitama e dei sacerdoti del tempio di Darma-Raja. Tornato in Inghilterra, il gioiello verrà donato alla Regina Vittoria ed ornerà da quel momento la corona di questa sovrana e dei suoi successori.





I Predoni del Sahara
Italia, 1966


Regia: Guido Malatesta
Durata: 92 minuti
Interpreti principali: Pamela Tudor (Dorothy Flatters), John Drake [Nino Fustagni] (Daniel Flatters), Farida Fahmy (Aisha), Fury Men [Furio Mericoni] (Rock), George Mikell (Ronald Wayne), Salah Nazni (El Hagar), Nello Pazzafini (Hamid), William Stockridge [Enzo Fiermonte] (James Stanton/El Melah), Carl Tamblyn [Carlo Tamberlani] (Prof. Flatters).

Trama: Il vecchio professor Flatters, archeologo di fama mondiale, è scomparso nel corso di una spedizione scientifica nel Sahara guidata da un avventuriero, Ronald Wayne, l'unico ad esser tornato indietro. I figli del professore, Dorothy e Daniel, accompagnati da un loro uomo di fiducia, Rock, organizzano una nuova spedizione per andare alla ricerca del padre e ne affidano il comando allo stesso Wayne sperando che, per denaro, li conduca dov'è l'archeologo.
I predoni del deserto è il nome di un gruppo di banditi del Sahara e sono loro che tengono prigioniero il professor Flatters; catturano anche Dorothy e Daniel e, minacciandoli di morte, riescono a farsi rivelare l’ubicazione del nascondiglio d'un favoloso tesoro, ma Wayne riesce a liberare i Flatters ed a rifugiarsi a forte Korak, un avamposto del deserto. I predoni non esitano ad assalire il forte e, approfittando dell'assenza di gran parte della guarnigione, lo espugnano.
Wayne, tuttavia, mette nuovamente in salvo i componenti della famiglia Flatters ed affronta personalmente il feroce El Melah, capo dei Predoni.





Il Segreto del Sahara
Italia/Svizzera/Germania Ovest/Spagna, 1988


Regia: Alberto Negrin
Durata: quattro puntate di 90 minuti ciascuna per un totale di 360 minuti.
Interpreti principali: Michael York (Desmond Jordan), Andie MacDowell (Anthea), David Soul (Ryker), Miguel Bosè (El Hallem), Ben Kingsley (Sholomon), Diego Abatantuono (Orso), Mathilda May (Myriam), Daniel Olbrychski (Hared il cieco), William Mac Namara (Philip).

Trama: L’archeologo Desmond Jordan ha rintracciato un vecchio documento nel quale é menzionata la storia di una montagna che parla, guardiano dell’antico segreto della vita. Parte dunque, da solo, per una spedizione nel Sahara per verificare l’esistenza di questo luogo misterioso. Durante il suo viaggio si imbatterà in molti ed affascinanti personaggi: l’ex-legionario Orso, che pur essendo un disertore, diventerà un fedele e prezioso amico; il luogotenente Ryker, un capo legionario sua vecchia conoscenza; El Hallem, un pericoloso bandito capo dei Cani del Deserto; il vecchio e saggio Sholomon e la sua famiglia, che vivono pacifici in un’oasi del Sahara. E soprattutto incontrerà lei, la bellissima Anthea, regina della montagna che parla. Malgrado Anthea sia già moglie del Califfo, i due si scambiano promesse d’amore e fuggono insieme. Così, mentre il Califfo cerca sua moglie, il figlio di Jordan, Philip, viaggia da Londra all’Egitto alla ricerca del padre e della montagna che parla, deciso a sua volta a svelare il mistero nascosto al suo interno.





L'elefante Bianco
Italia/Germania/Francia, 1998


Regia: Gianfranco Albano
Durata: due puntate per un totale di 180 minuti
Interpreti principali: Remo Girone (Re Shai), Mathieu Carrière (Johann Rudde), Jacques Perrin (Barthes), Lino Capolicchio (Lotarius), Danny Quinn (Max), Axelle Grelet (Maia/Mandi), Vincent Lecoeur (Gabriel Barthes), Choochai Busarakumwong (Monaco Li).

Trama: Nel regno asiatico di Jarma, il re Shai ha due figli gemelli: Maia e Mandi. I bambini crescono giocando con Gabriel, un bimbo europeo figlio dell’ambasciatore di Francia presso Jarma.
Gabriel impara ad amare il popolo, la spiritualità, la rigogliosa bellezza di Jarma, e coltiva un’amicizia molto speciale con la principessa Maia, fin quando il padre non decide di mandarlo in Francia per studiare ed imparare a comportarsi da vero europeo. Tornerà otto anni dopo, trovando un paese molto cambiato: l’economia dello stato è in crisi e anche Maia sembra non corrispondere più i teneri sentimenti di Gabriel. Inoltre, nel regno sono giunti degli olandesi il cui scopo è quello di ottenere la concessione per coltivare i fertili terreni di Shai con la pianta dell’oppio.
Al rifiuto del re di impiantare queste coltivazioni, Rudde, il capo degli olandesi, comincia ad ordire una serie di tradimenti per spingere il re a cedere ai suoi voleri, fino a causare la morte di Mandi, l’erede al trono. Per garantire la discendenza reale, Shai costringe Maia a fingersi il fratello ed a prendere il suo posto, soffocando la sua femminilità ed il suo amore per Gabriel. In preda alla disperazione per la presunta morte di Maia, il giovane viene salvato dal suicidio dal monaco Li, che lo porta via da Jarma e gli insegna a combattere e ad essere più saggio, in vista di un futuro in cui potrà reclamare giustizia.
Trascorsi alcuni anni e tornato a Jarma, con l'aiuto di alcuni amici Gabriel riesce a svelare i traffici loschi di Rudde e scopre che Maia è ancora viva, ma il loro amore è purtroppo ancora contrastato dal padre di lei, legato alla secolare tradizione secondo la quale nel regno sono proibiti i matrimoni misti tra asiatici ed europei. Gabriel ha solo un modo per salvare se stesso e la donna che ama: partire alla ricerca dei sacri elefanti bianchi, simbolo di prosperità del regno, e riportarne uno a Jarma.







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