"I figli dell'aria"



I due amici Fedoro e Rokoff, il primo tenente della cavalleria russa e il secondo vero esponente dei "Cosacchi", si trovano a Pechino per affari, ma per un disguido con la popolazione, le cose per loro cominciano a metttersi davvero male.
Accusati di omicidio, sono prima incarcerati (e hanno dunque la sfortuna di provare gli orrori delle prigioni cinesi) e poi sono condannati a morte!
Ma, vero "deus ex machina" della situazione, sulla piazza affollata di gente venuta ad assistere all'esecuzione dei due, compare all'improvviso un mostro alato gigantesco, che sparge il panico tra i presenti e porta via con se' i due disgraziati condannati, strappandoli alla loro triste sorte.
Il "mostro alato" si dimostra poi essere una macchina prodigiosa battezzata "Lo Sparviero", capace di volare come un uccello e di percorrere in breve tempo distanze considerevoli. A bordo, e soprattutto, al comando dello "Sparviero" vi e' un uomo, che si presenta a Teodoro e Rokoff solo come "il Capitano", celando così la sua vera identità e la sua "missione". Infatti, apparentemente, sembra essere solo un ricco inventore deciso a viaggiare per i cieli con la sua macchina, per poi posarsi laddove più gli aggrada, per una pesca ai salmoni o per una battuta di caccia agli "Jacks" sulle montagne, ma dei misteri e delle manovre particolari non possono alla fine non insospettire Fedoro e Rokoff.
Ecco che si forma cosi' il gruppo dei "figli dell'aria", per un romanzo dove non mancano le situazioni divertenti, come l'incontro dei tre uomini con la "principessa di Turfan", e nel complesso e' dunque un libro fatto di avventure ma che funge, indubbiamente, da preludio al romanzo successivo.

I figli dell'aria, 1° edizione 1904, Genova, Donath Editore.



"Il Re dell'aria"



Apparentemente questo romanzo sembra non avere davvero niente a che fare con il precedente I figli dell'aria.
L'avventura comincia infatti nella fredda Siberia, dove si sta allestendo la fuga, da uno sperduto ma terribile penitenziario, di un prigioniero. Si tratta di Boris, ex-comandante della corazzata militare russa "Pobieda", un tempo da tutti descritto come un coraggioso e valido ufficiale. Cosa ci fa dunque quest'uomo in un simile carcere? E' vittima di un complotto, e quel che e' peggio, un complotto "familiare". Un cugino, il barone Teriosky, e' stato infatti causa della sua caduta in disgrazia, così come ha già fatto per il fratello (di Boris), Wassili.
Perché tutto questo odio da parte di Teriosky? Per poter eliminare qualsiasi testimone e possibile oppositore ai suoi piani: rapire Wanda, figlia di Boris, e tenerla sempre accanto a se', illudendosi che si tratti della propria figlia.
Boris e Wassili possono fortunatamente contare su dei formidabili amici nella lotta: sullo "Sparviero", una prodigiosa macchina volante, e sul suo capitano, auto-proclamatosi, a buon diritto, "Il Re dell'aria". Accanto a lui ritroviamo anche Rokoff e Fedoro, i due amici già incontrarati ne I figli dell'aria.
In questo romanzo non c'e' quindi tempo per pescare o cacciare gli Jacks sulle montagne, perché la caccia, anzi la guerra, e' dichiarata al barone Terioscky e al suo impero commerciale marittimo, alla ricerca di Wanda e della vendetta per l'ingiustizia subita.
Lo scontro sarà dunque del mare contro i cieli, in pieno sfoggio delle più terribili, nuove, tecnologie di guerra.

Il Re dell'aria, 1° edizione 1907, Firenze, Bemporad Editore.


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