Tay-See

Capitolo IV

" LA FUGA "

[ ... ]

Un fresco venticello agitava le fronde dei più alti alberi con un sussurro misterioso e faceva frullar le banderuole dei tetti che cigolavano stranamente, vento tiepido, profumato delle più olezzanti esalazioni degli aranci, degli ananas e dei mangostani. Calma, mistero e silenzio ovunque, che veniva solamente rotto di tratto in tratto dal dolce suono del tro siamese, da qualche ritornello o dall'ululo lamentevole delle belve che vagavano sulla opposta riva del fiume. Tay-See si arrestò dinanzi alla finestra.
Credeva sognare. Rimase li' vacillante, immobile, semi accasciata, chiedendosi se era un sogno o realtà.
Il fischio poco prima udito risuonò ancora sotto le foreste.
Si sollevò con energia sovrumana, febbrile, datale solo da quella potente passione che la dominava e vide uscire dalla piantagione di cay-me' due uomini, che si diressero verso l'abitazione.
Thay-Mit si nascose sotto un cespuglio di cay-bong, a pochi passi dal recinto, per vegliare e lo spagnuolo, ebbro di gioia e d'amore, in un salto giunse al davanzale della finestra. Due braccia lo cinsero e lo attirarono nell'interno della stanza vagamente illuminata dal blando chiarore di una lanterna di talco.
"Tay-See! " - urlò egli delirante, stringendosi al seno la giovanetta.
"Ah! Mio adorato Jose'!" - esclamò con voce soffocata la Rosa del Dong-Giang.
Non seppe dir di più e si abbandonò fra le braccia dello spagnuolo scoppiando in lagrime. Jose' accostò le sue labbra a quelle di lei e le baciò appassionatamente mentre il petto si sollevava sotto i singhiozzi.
La trascinò sotto la lanterna e rimase lì muto, ansante, colla febbre nel sangue avvolgendo con uno sguardo innamorato l'esile persona della giovanetta.
"Tay-See! Mio povero fiore del Dong-Giang! Fanciulla divina! " - esclamo' egli alfine con intraducibile accento di tenerezza.
"Lascia che ti guardi! Ho bisogno di vederti!"
Tay-See si sentiva soffocare, si sentiva mancare le forze.
"Ah! Jose', la gioia mi uccide!" - mormorava ella.
Lo spagnuolo credette impazzire. Stringeva tanto la giovanetta da toglierle il respiro.
"Ti rivedo alfine, mia adorata Tay-See. Ti rivedo alfine dopo tanto tempo. Ah! Se tu sapessi, fanciulla divina, quante volte ti invocai in questi due lunghi anni di separazione, se tu sapessi quante volte la paura di non rivederti mai più devastò il mio cuore. Ho sofferto tanto che mi sembra un sogno essere ancora vivo come mi sembra ancora un sogno di rivederti, di poterti dire innanzi al mio Dio e al tuo Buddha che ti amo! Non sognai che questo momento, il momento di stringerti fra le mie braccia, il momento di rivedere ancora questi tuoi occhi che mi accompagnarono sempre nei miei deliri, di deporre un bacio sulle tue divine labbra e dirti: Tay-See tu sei mia e sarai mia per sempre!"

continua ...



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