Lo stagno dei caimani




Lo stagno dei caimani, come tutti gli studiosi e gli appassionati di Salgari sanno, è il racconto fantasma di Salgari.
E' un racconto che pubblicò con lo pseudonimo Guido Altieri per l'editore Salvatore Biondo di Palermo e che sarebbe stato pubblicato sulla rivista Psiche nel 1901.
Così si legge in tutte le bibliografie salgariane (compresa la mia), perché così assicurò un compianto ricercatore la cui affidabilità era e rimane fuori discussione. Però tutti gli altri racconti di Salgari  pubblicati su quella rivista sono stati rintracciati: ad esempio Il mio terribile segreto (1904), apparso con pseudonimo Enrico Bertolini (a parte le perplessità che suscita) e Il mocassino sanguinoso (1905, con inizio nel dicembre 1904), apparso con pseudonimo Guido Altieri. Allo stesso modo sono stati rintracciati i racconti di Salgari apparsi su un'altra rivista dell'editore Biondo, “Almanacco Moderno Illustrato per le famiglie”, ovvero La rupe maledetta e La torre del silenzio, anch'essi firmati Guido Altieri.

Chi, tra i collezionisti e gli studiosi, ha rintracciato l'annata 1901 di “Psiche”, l'ha invece sfogliata inutilmente: Lo stagno dei caimani non c'è. Così, già da tempo, ho appreso (come notizia di seconda mano) da Vincenzo Ganga, che qui colgo l’occasione per ringraziare.

Come mi ha segnalato recentemente Maurizio Sartor, tuttavia,  l'aver sfogliato con attenzione quell'annata non è stato del tutto inutile. Sul numero di aprile compare infatti una pagina dove è annunciata la pubblicazione di un volume di cento pagine, del costo di 50 centesimi e arricchito con ben ottanta illustrazioni, intitolato Letture moderne illustrate per le famiglie.
L'editore, in quella pagina, definisce il volume “grande Magazine italiano”, ovvero una versione nostrana di quelle riviste che stavano ottenendo grande successo in America e in Inghilterra. Nella stessa pagina compare un saggio delle ottanta illustrazioni: è un disegno di Carlo Chiostri ambientato nel Far West. Compare anche il sommario e fra i testi elencati ecco Lo stagno dei caimani “di Guido Altieri, con 4 illustrazioni da acquarelli del pittore Chiostri” (così si legge nel suddetto sommario).

Facile abbinare la citata illustrazione di Chiostri al racconto di Salgari, benché rechi come didascalia soltanto la scritta “Saggio delle illustrazioni delle Letture Moderne”. Nel sommario figura il titolo di un altro testo illustrato da Chiostri: Il filtro, di Tullo Bazzi, che però, appunto, non ha nulla a che vedere con il Far West.

Intanto, dunque, la prima notizia è che il racconto fantasma di Salgari non è da ricercare su “Psiche”, bensì su questo nostrano magazine: peccato che non figuri presente in alcuna Biblioteca pubblica italiana.
Andranno comunque aggiornate tutte le bibliografie salgariane esistenti (compresa la mia).

Sul numero di maggio 1901 di “Psiche” è poi comunicata, in bella evidenza, l’avvenuta pubblicazione del magazine: devo anche questa notizia a Maurizio Sartor che, oltre alla pagina di aprile del 1901 suddetta, mi ha inviato quella relativa al mese successivo.

Premetto che conosco bene il racconto Il Mocassino Sanguinoso: l’ho pubblicato in anteprima sulla rivista genovese “LG Argomenti” nel 1983, con una nota introduttiva, e poi l’ho inserito nell’antologia Gli antropofagi del mare del Corallo – Racconti ritrovati, che ho curato per Mondadori (Oscar Narrativa) nel 1995. Mi correggo: conosco bene il testo di quel racconto, ma non tutte le illustrazioni. Perché? Sono trascorsi trent’anni: ricordo comunque che, in quel tempo, mi pervenne il testo, al quale tenevo molto, privo di illustrazioni: una fedele e completa trascrizione, che potei d’altronde confrontare con le puntate (illustrate da Chiostri) apparse sui numeri 2 e 4  del 1905 di “Psiche” in mio possesso, contenenti la seconda e la quarta (ultima) puntata, apparse rispettivamente alle pagine 121 (anziché 101 come leggo in una recente bibliografia) e 250.

Dunque non conoscevo l’illustrazione di Chiostri fornitami da Sartor, ma mi è bastato vederla per ottenere conferma, sino a prova contraria, del fatto che Lo stagno dei caimani altro non è che Il Mocassino Sanguinoso. Credo perciò che Salgari, d’accordo con l’editore, abbia riproposto il racconto nel 1905 con titolo modificato, tanto più che anche nel secondo le illustrazioni di Chiostri dovrebbero essere quattro: una per ogni puntata.

Perché ho accennato a una “conferma”? Perché ho da molto tempo pensato che le cose stessero così. Ma ho sempre accantonato l’idea, finché il sunnominato Vincenzo Ganga non mi ha scritto (nel novembre 2011), per sentito dire, che Lo stagno dei caimani e Il Mocassino Sanguinoso potevano avere dei “legami”. Lo stesso Ganga mi informava, peraltro - ma sempre per sentito dire - dell’esistenza di un “volume a parte” dove Biondo avrebbe inserito Lo stagno dei caimani, dandone il sommario in un fascicolo di “Psiche”. Insomma, avevo già tutte le notizie utili, ma purtroppo prive di estremi precisi: erano perciò inutilizzabili e, a quel punto, piene di punti interrogativi. Solo ora ne comprendo l’importanza. Se mi dilungo in queste precisazioni, è perché la riconoscenza (merce rara) è per me molto importante.

Da cosa derivava la mia vecchia convinzione? Dal fatto che Il Mocassino Sanguinoso inizia e termina con uno “stagno dei caimani”. Nella prima puntata, infatti, Papà Marton chiede a chi narra in prima persona, se non abbia “ ancora veduto lo stagno dei caimani”, e nell’ultima il guerriero che porta il nome Mocassino Sanguinoso, è legato ad una zattera, scotennato, e poi gettato nello stagno dei caimani per essere divorato vivo. Detto tra parentesi, questo episodio (c’è un tronco anziché una zattera e la vittima non è scotennata) è comparso misteriosamente sulla copertina del romanzo I misteri della jungla Nera – dove non c’entra nulla- edito da Carroccio nel 1950. In realtà, il riferimento è al romanzo La Città dell’Oro (in volume nel 1898), dove Salgari ha scritto per la prima volta di un traditore legato ad un grosso tronco d’albero e scaraventato dagli Incas in uno stagno di caimani.

E l’illustrazione ambientata nel Far West riferita a Lo stagno dei caimani fornitami da Sartor e apparsa su “Psiche” nell’aprile 1901? Rappresenta una ragazza e un guerriero pellirosse su cavalli bianchi: lei minaccia lui con un arco, pronta a scagliare la freccia. Non può che illustrare il brano de Il Mocassino Sanguinoso in cui l’intrepida Wallalka, della tribù dei Crech (uso le denominazioni utilizzate da Salgari) sul suo “bianco mustano”, incontra il Shoshone che porta il nome del titolo e “tende l’arco, incocca la freccia e ne dirige la punta contro l’indiano”.

Mi pare che non vi siano dubbi, al riguardo. In ogni caso, ne sapremo di più quando sarà rintracciato Letture moderne illustrate per le famiglie (1901).

Se ora firmo questa mia ipotesi, è anche grazie a Maurizio Sartor e a Vincenzo Ganga, ottimi ricercatori e studiosi di Salgari, perché senza il loro aiuto non avrei potuto farlo. Tanto più che hanno pazientato sino ad ora per conoscere l’esito delle loro preziose informazioni.



Felice Pozzo (13/12/2012)


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